giovedì 25 aprile 2013
Sento la tua mancanza
venerdì 19 aprile 2013
Giovedì
"Io non piango mai per te non farò niente di simile...no no no no
Si, lo ammetto, un po' ti penso ma mi scanso non mi tocchi più"...
Giovedì...in casa seduta sul divano con questo testo che mi gira nella testa.
Oggi Zaragozza mi è sembrata così brutta. Sembra che l'unico attimo de felicità e stato mentre camminavo cantando sul marciapiede di Barcellona desiderando che quei momenti non finiscano più. Ha fatto caldo oggi ma qua il sole non splende come a Barça.
E mi manca!
Nella ricerca di un ristorante carino ho trovato tempo anche per una breve partita di shopping. Tempo si,voglia no! Comunque non ho potuto resistere davanti a una maglietta a Cache Cache e a un paio di ballerine al Outlet.
Il ristorante carino non l'ho trovato e io che pensavo di tradire la mia dieta con un piatto di paella sono finita per tradirla con un gelato al cioccolato, qualche grammo di salmone affumicato e vari prodotti di pasticceria.
La passeggiata ha significato in gran parte solo mal di piedi e comparazioni tra Zaragozza e Barcellona.
Adesso sto bene. Non sono triste ne felice.
Sono vuota di sensi e pensieri.
Prenderò il libro e mi sentirò meglio.
giovedì 18 aprile 2013
Un sogno ad occhi aperti
Davanti a una tazza di tè verde sto provando un lieve stato di nostalgia. Lo sto vivendo a massima intensità, anche se fino adesso ho cercato sempre di rimuovere tali stati. Però così come la felicità provi ad allungarla sorseggiando ogni attimo di benessere,perché allora quelli altri momenti o stati della nostra esistenza devono essere il soggetto di qualche eccezione?
In questi momenti vengo accolta dei più caldi pensieri. Anche se circondata dello stesso arredamento mi sento come davanti ad un caminetto che sembra tremare consumato dei stessi pensieri caldi, coperta con un plaid che sa di lavanda.
È comodo. Sorrido. Probabilmente sto pensando alle persone care, anche se neanche questo non mi ha dato mai un stato di comfort così profondo. Ma più che sicuro penso ad un viaggio lungo, difficile ma abbellito dal suo scopo. O ai miei desideri. O alle mie speranze più rumorose. Ma penso a una anima bella, a un paio di mani calde,perse nella solitudine, a degli occhi grandi e brillanti, a due labbra addormentate nel silenzio, piene di nostalgia e desiderio.
O forse penso a qualche sentiero assolato e solitario, su quale mi sono sistemata il mio il cavalletto e dove i miei pennelli saltano sulla tela persi nella scintilla di quei occhi grandi e brillanti.
O probabilmente sogno perduta nella camera blu con dei motivi floreali e al tavolo vecchio di quercia, con il mio accumulo di foglie davanti, lasciando la penna scivolare sulla superficie liscia di qualche foglio, tremando ad ogni rima.
Meglio prendo un goccio di tè. E caldo. E bene. Penso alla riva frastagliata del mare, alle conchiglie che mi punguno i piedi, all'acqua salata che si ritira negli abissi, al sole che colora nel più splendido arancione il mare, alla brezza che mi veste le spalle scoperte come un scialle.
Sogno agli accordi dolci di chitarra, alle calde voci canticchiando. Ma penso al cielo oscuro, macchiato di scintille argentate assomiglianti a quelle degli occhi grandi e brillanti.
Guardo sulla finestra e vedo frutetti di ciliegi fioriti. Il loro colore e il colore della felicità. Il vento soffia piano riempiendomi le narici con il profumo inebriante di fiori di ciliegie. Un raggio di sole accarezza le mie guance.
Chiudo gli occhi per ricevere la sua calda carezza che tocca le mie palpebre, le mie guance,le mie labbra per finire il suo capolavoro disegnandomi un sorriso vivace e colorato sul mio viso bianco. Penso al sconosciuto. Mi vedo saltando sui viali stranieri e pieni di mistero con dei recinti azzurri e case bianche. Viali stretti, impietrati e silenziosi.
Tutto questo silenzio mi riempie e sorrido.
Guardo sulla finestra. Piove. I rami degli alberi si piegano verso di me cupi e tristi. La stradella e bagnata. Fuori fa freddo,dentro no.
Quanto desidero essere adesso sotto la tenda di una pioggia estiva, girando ridendo sotto la pioggia, cantando e piangendo. Mi piace la pioggia. Nasconde così bene le lacrime. Le prende e le trasforma come se sarebbero state sue da sempre.
Il caminetto e scomparso. Il mio corpo non è più coperto, il profumo di lavanda si e dissolto in un tempo perso e il tè e finito rimanendo solo una piccola goccia sul fondo della tazza.
E rimasta solo l'ombra di quei pensieri caldi. Un'ombra che l'ho presa e l'ho nascosta nel più profondo angolo del mio cuore.
Ti volevo abbastanza bene...
Il sole,la gente,le ombre,il verde,tutta questa aria che sa di serenità. E tu. Si,tu! Che ti trasformi dentro il mio pensiero.
La metropolitana,di nuovo la gente...quale pensierosa,quale contenta. Un giovane mi attira l'attenzione: i vestiti buttati addosso alla noia li dava un'aria non-curata ma fu il viso che mi colpì:aveva gli occhi così sereni e contenti ed ogni muscolo della sua faccia sembrava contratto dalla gioia che lo riempiva. Non riuscivo a sentire quello che li diceva il suo amico ma da quanto pareva le sue parole lo rendevano se non molto felice sicuramente estremamente sereno.
Vicino alla porta una suora con dei splendidi occhi azzurri che brillavano di bontà. Mi sorrise. Accanto a lei una signora con pelle color cioccolato faceva un piccolo pisolino.
Quattro stazioni e qualche vescica nuova ai piedi stanchi di stare in scarpe tacco 15 ormai da 10 ore con un solo attimo di comfort mentre stavo provando un paio di sandali infradito che alla fine non mi hanno resa abbastanza contenta per acquistarli.
Quattro stazioni ed eccomi al Arco del Trionfo nella ricerca di due cose: un pullman che mi porti a Zaragozza e una bevanda rinfrescante.
Dopo venti minuti di chiacchiere al telefono e meno buon umore mi ritrovai seduta sul sedile 40 del pullman.
Là, con il sole accarezzando il mio viso e che mi dava una dose inaspettata di serenità mi trovai ripensando a te. A quanto ti ho voluto bene. Be'...non significa che adesso non ti voglio più bene...ma non abbastanza. Non ti voglio più abbastanza bene per portarti con me dappertutto. Non abbastanza per sentirti seguirmi nei miei pensieri mentre camino tranquilla sulle strade o quando faccio la spesa. E nemmeno quando faccio la doccia non ti sento più dietro le tende come stai buono aspettando che esca per poter seguirmi nel ogni angolo della casa ben nascosto nei miei pensieri. Ti volevo così bene da poterti sentire respirare dietro di me quando a me mancava il fiato.
Allontanandomi da Barcellona ti sento allontanandoti da me. Il mio pensiero e libero da te. I miei occhi non ti vedono più e così non mi manca neanche il respiro.
Sto scrivedo mentre mi'avvicino a Zaragozza e mi allontano da te con la batteria del smartphone scarica del 90%. Fuori e buio. Dentro e buio. Dove sei tu sole di Barcellona per splendere di nuovo cancellando i miei pensieri?