giovedì 18 aprile 2013

Un sogno ad occhi aperti

Davanti a una tazza di tè verde sto provando un lieve stato di nostalgia. Lo sto vivendo a massima intensità, anche se fino adesso ho cercato sempre di rimuovere tali stati. Però così come la felicità provi ad allungarla sorseggiando ogni attimo di benessere,perché allora quelli altri momenti o stati della nostra esistenza devono essere il soggetto di qualche eccezione?
In questi momenti vengo accolta dei più caldi pensieri. Anche se circondata dello stesso arredamento mi sento come davanti ad un caminetto che sembra tremare consumato dei stessi pensieri caldi, coperta con un plaid che sa di lavanda.
È comodo. Sorrido. Probabilmente sto pensando alle persone care, anche se neanche questo non mi ha dato mai un stato di comfort così profondo. Ma più che sicuro penso ad un viaggio lungo, difficile ma abbellito dal suo scopo. O ai miei desideri. O alle mie speranze più rumorose. Ma penso a una anima bella, a un paio di mani calde,perse nella solitudine, a degli occhi grandi e brillanti, a due labbra addormentate nel silenzio, piene di nostalgia e desiderio.
O forse penso a qualche sentiero assolato e solitario, su quale mi sono sistemata il mio il cavalletto e dove i miei pennelli saltano sulla tela persi nella scintilla di quei occhi grandi e brillanti.
O probabilmente sogno perduta nella camera blu con dei motivi floreali e al tavolo vecchio di quercia, con il mio accumulo di foglie davanti, lasciando la penna scivolare sulla superficie liscia di qualche foglio, tremando ad ogni rima.
Meglio prendo un goccio di tè. E caldo. E bene. Penso alla riva frastagliata del mare, alle conchiglie che mi punguno i piedi, all'acqua salata che si ritira negli abissi, al sole che colora nel più splendido arancione il mare, alla brezza che mi veste le spalle scoperte come un scialle.
Sogno agli accordi dolci di chitarra, alle calde voci canticchiando. Ma penso al cielo oscuro, macchiato di scintille argentate assomiglianti a quelle degli occhi grandi e brillanti.
Guardo sulla finestra e vedo frutetti di ciliegi fioriti. Il loro colore e il colore della felicità. Il vento soffia piano riempiendomi le narici con il profumo inebriante  di fiori di ciliegie. Un raggio di sole accarezza le mie guance.
Chiudo gli occhi per ricevere la sua calda carezza che tocca le mie palpebre, le mie guance,le mie labbra per finire il suo capolavoro disegnandomi un sorriso vivace e colorato sul mio viso bianco. Penso al sconosciuto. Mi vedo saltando sui viali stranieri e pieni di mistero con dei recinti azzurri e case bianche. Viali stretti, impietrati e silenziosi.
Tutto questo silenzio mi riempie e sorrido.

Guardo sulla finestra. Piove. I rami degli alberi si piegano verso di me cupi e tristi. La stradella e bagnata. Fuori fa freddo,dentro no.
Quanto desidero essere adesso sotto la tenda di una pioggia estiva, girando ridendo sotto la pioggia, cantando e piangendo. Mi piace la pioggia. Nasconde così bene le lacrime. Le prende e le trasforma come se sarebbero state sue da sempre.
Il caminetto e scomparso. Il mio corpo non è più coperto, il profumo di lavanda si e dissolto in un tempo perso e il tè e finito rimanendo solo una piccola goccia sul fondo della tazza.
E rimasta solo l'ombra di quei pensieri caldi. Un'ombra che l'ho presa e l'ho nascosta nel più profondo angolo del mio cuore.

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